L’artista punta il dito sul consumatore dei nostri giorni, che non si accontenta mai.
Superfluo, eccessivo, si circonda di cose inutili, la cui produzione è la causa maggiore dell’inquinamento del pianeta.
Profilo Artista
Annarita Serra trasporta a Milano grandi quantità di plastica raccolta sulle spiagge della Sardegna, suo paese natale. Nel suo atelier, colmo di spazzatura, archivia e assembla in un nuovo ordine ogni sorta di scarto. Poi incolla, inchioda, trapana, qui non ci sono colori o pennelli, ma strumenti da officina che hanno poco a che fare con la visione romantica del fare dell’artista. Così prendono forma opere energiche, intense, dove i rifiuti trovano una nuova vita.
Spesso, Annarita ricrea icone di grandi artisti e volti di personaggi conosciuti che attirano l’attenzione da lontano per poi scoprire da vicino che sono realizzate con ogni sorta di spazzatura che così ricomposta, raggiunge un impegno estetico intenso e una comunicazione forte e insieme dolce. I suoi lavori, attraverso una bellezza mascherante, si fanno testimoni del silenzioso grido d’aiuto di una natura sempre più contaminata.
Protagonisti dei suoi lavori sono soprattutto il mare e l’inquinamento delle acque ma esplora anche i rifiuti di apparecchiature elettroniche che sono sempre di più e il cui smaltimento pone problemi particolari d’inquinamento e biodegradabilità. Realizzate con i tasti del computer e le schede madri, alcune opere sono state esposte nel 2015 all’interno della sua mostra personale a Palazzo Ducale di Genova in occasione della presentazione del progetto europeo Weenmodels per la gestione in Italia dei rifiuti hi-tech.
La sua attività espositiva inizia nel 2006, lasciandosi alle spalle un’esperienza maturata nel campo del marketing. Si diploma al Liceo Artistico Statale di Brera, e frequenta Architettura al Politecnico di Milano.